martedì 5 agosto 2014

Modificazione controllata del clima

Modificazione controllata del clima

Confesso di non credere all’ambientalismo e soprattutto agli ambientalisti, che sospetto essere tutti orfani del comunismo e abili trasformisti che, sotto mentite spoglie continuano a proporre la trasformazione della società secondo l’utopia socialista. Non ci ho creduto mai, e pertanto il cambiamento climatico dovuto a cause antropiche (cioè dovuto all’azione del progresso umano) così come viene divulgato da questi imbonitori, resta per me una colossale bufala.
Detto questo però, desidero parlare delle possibili modificazioni artificiali del clima; cioè del controllo climatico indotto da possibili usi militari della moderna scienza oggi disponibile.
Argomento questo, di cui si parla sempre più spesso, ma che al pari dell’ufologia, viene ancora considerato dalla maggioranza della gente con sufficienza, ma che attira da qualche tempo la mia attenzione, suffragato da osservazioni e riflessioni, di cui non ho mai scritto prima. I fatti e le prove analizzate nel loro insieme, evidenziano un «disegno» così smisurato da far archiviare in prima battuta, tutta la faccenda per impossibile, assolutamente incredibile, ma tant’è.
Proverò quindi a rendervi partecipi delle mie preoccupazioni e paure, e per farlo dovrò fare delle premesse.
La prima, è che da ragazzo, a soli 16 anni, ottenni il brevetto di pilota d’aliante. L’aliante, essendo un aeromobile senza motore, si sostiene in volo fruttando le correnti ascensionali presenti in cielo.
Questo fatto, implica che il pilota deve avere non solo capacità e sensibilità di pilotaggio, ma anche una discreta capacità di osservare il cielo stesso per studiare ed individuare il momento più opportuno per andare in volo! Ciò vuol dire che l’abitudine ad osservare il cielo, (nonostante non voli più da anni per ragioni economiche) mi è rimasta ben radicata. A questa «abitudine», sommo anche le diverse conoscenze in campo aeronautico, materia che fin da piccino è stata la mia passione, e ragione d’essere del mio titolo di maturità come Perito capotecnico in costruzioni aeronautiche.
In riferimento all’argomento, queste due mie reminescenze giovanili, di meteorologia e tecnica aeronautica mi permettono di guadare con una certa confidenza ad alcuni fenomeni che possono verificarsi in cielo. Mi riferisco ad esempio alle scie di condensazione, che si lasciano alle loro spalle alcuni aeroplani, ma non sempre!


Altra considerazione che ha fatto scattare in me la «molla» dell’ansia, sono le particolarissime condizioni meteo di questa estate, e l’alto numero di locali disastri a seguito di improvvisi acquazzoni, ormai definiti mediaticamente «bombe d’acqua».
Fatte queste premesse, desidero infine far presente che l’interesse denunciato per questo argomento. mi porta da tempo a ricerche in rete su diversi siti e blog, per seguire lo sviluppo di denuncie, ricerche e analisi, portate avanti da privati cittadini sulle così dette «scie chimiche» che, sempre più spesso sono visibili nei nostri cieli.
Ebbene, da queste fonti, si apprende che, gran parte delle analisi chimiche, hanno più e più volte portato agli stessi inquietanti risultati: i residui d’acqua presenti al suolo in concomitanza di vistose anomalie e/o spiegamenti di scie in cielo, attestano che, nella quasi assoluta maggioranza dei casi, i nostri cieli sono irrorati con sali di Bario, solfato di Alluminio, e nano fibre di composizione ancora sconosciuta!
A cosa serva, irrorare il cielo con queste sostanze non ci è dato di saperlo in modo ufficiale, ma…
Per avere un’idea, occorre fare un poco di storia: pare che, questa pratica «clandestina» sia nata alla metà degli anni ‘90 del secolo passato, in Nord America. Scrivo «clandestina» perché a qualsiasi richiesta di spiegazione, le autorità competenti hanno sempre negano l’evidenza di questi fatti o riconducono questi avvistamenti a fenomeni naturali. Dall’america, il fenomeno ha cominciato ad essere evidente anche in Europa a partire dal 2000 circa, Italia compresa. Torno a chiedermi: a cosa serva tutto ciò?
I fatti in apparenza più complessi hanno spesso le spiegazioni più elementari, e così il fenomeno sarebbe riconducibile appunto ad un sistema di controllo del clima a fine militare.
Due sono le ipotesi più plausibili: la prima ha scopo offensivo, e si tratta di poter controllare il clima a livello locale, per scatenare fortissime piogge o uragani che danneggino ad esempio l’economia di un Paese che non vuole venire a miti consigli con la superpotenza americana, causando inondazioni o alluvioni o che semplicemente rovinino i raccolti agricoli ecc. ecc.
La seconda ipotesi invece, di tipo difensivo, serve a liberare il cielo dalle nuvole basse, dette Cumuli o Cumulinembi. Notoriamente nuvole cariche di umidità in procinto di scaricare delle normali piogge. Perché? Perché queste nuvole molto dense, hanno la particolarità di confondere i radar di sorveglianza di ultimissima generazione addetti al controllo militare dello spazio aereo. Che sia vero la prima ipotesi oppure la seconda, resta il fatto che le diverse autorità interrogate sull’argomento, hanno tutte negato l’esistenza del fenomeno, arrivando a formulare risposte tanto assurde quanto facilmente smentibili.

Attingendo dalla mia memoria quindi, quando volavo con il mio aliante nella zona compresa tra Torino (zona C.so Marche) e il monte Musinè all’ingresso della valle di Susa, all’inizio degli anni ’80, erano rarissime le volte che, guardando in cielo si vedevano aeroplani che si lasciavano alle spalle delle scie di condensazione. È bene sapere che, perché ciò avvenga, è necessario che un aereo voli ad oltre 8000 metri di quota per avere intorno a se, una temperatura di circa -40°C, e che l’umidità relativa dell’aria sia contemporaneamente pari o maggiore del 65%. Sono condizioni che raramente si verificano, perché a quella temperatura, l’aria è normalmente molto più secca. Quando il caso mette assieme le variabili necessarie, la scia di condensazione che eventualmente si forma, svanisce senza lasciare traccia in una decina di secondi. Massimo un minuto!
Cosa intendo dire con ciò? Intendo dire che oggi, quando guadiamo il cielo a qualsiasi ora del giorno, e vediamo delle scie di condensazione, …alle volte sono visibili tre, quattro o più scie contemporaneamente. Vuol dire che non stiamo assistendo ad un fatto naturale! È assolutamente improbabile che sia un fatto naturale anche perché queste scie, invece di dissolversi come abbiamo scritto sopra, restano sospese in cielo per ore, dilatandosi in velature via via sempre più rade e aperte. Fateci caso!

Tornando alla composizione di queste scie, pare che l’utilità delle nano fibre stia proprio nell’offrire ai sali di Bario e al solfato di Alluminio un «sostegno» per riuscire a «galleggiare» ore in cielo prima di ricadere al suolo.
Siccome questo «fenomeno» innaturale è ormai da tempo sotto indagine, verifiche e osservazioni di ogni genere, negli ultimi cinque o sei anni, è iniziata una contro-campagna di dissimulazione della verità fatta di nuovi stereotipi e di disinformazione.
Tanto per cominciare, le varie trasmissioni di previsioni del tempo, hanno sostituito le classiche  immagini satellitari dei fronti nuvolosi con simulazioni computerizzate, che evitare al pubblico la vista di immagini inspiegabili. Poi in diverse fotogrammi pubblicitari, in alcuni film e trasmissioni di genere naturalistico ambientale, vengono presentate immagini o scene in cui il cielo è solcato da una o più di queste scie. Lo scopo è fare in modo che questo tipo di anomalia artificiale, sia metabolizzata dalla gente comune come «naturale». In diverse occasioni poi, luminari della scienza e della meteorologia si sono spesi in spiegazioni assurde per avvalorare la tesi delle scie di condensazione che si propagano dagli aeromobili. 
Sempre più spesso inoltre, in convegni scientifici o in trasmissioni in cui si parla di geoingegneria applicata o di nuove tecnologie, si fanno via via accenni sempre più precisi circa la futura possibilità di riuscire a limitare l’aumento delle temperature medie del pianeta (dovute al riscaldamento globale bla bla bla ecc. ecc.) per mezzo di schermature poste in atmosfera!

Apriamo gli occhi e la mente: di fronte alla necessità di dover, prima o poi confermare l’esistenza di un piano di irrorazione dei cieli sopra alle nostre teste, le autorità di tutti i Paesi che hanno una responsabilità, stanno cercando di creare una situazione di acquisita «normalità», oppure, stanno creando una futura plausibile «necessità» alla quale si potrà rispondere soltanto irrorando i cieli con queste sostanze per il bene nostro e del pianeta!
Desidero concludere questa esposizione con alcune informazioni di carattere pratico: i sali di Bario sono altamente igroscopici e nocivi, mentre il solfato di Alluminio è un potente catalizzatore, irritante per la pelle e le mucose, e può provocare lesioni agli occhi. Disperi in atmosfera nelle vicinanze di nuvole cariche di vapore acqueo, hanno il potere di dissolverle abbiamo detto. Ma l’acqua come ogni altra sostanza o materiale non può essere distrutta o eliminata. La «situazione» che si pone quindi è la seguente: al posto di un normale ed ampio fronte piovoso generalizzato, avremmo violente precipitazioni incontrollate locali, limitrofe a quella di irrorazione. E da questa conclusione, torniamo alle avverse e perduranti condizioni atmosferiche di questa estate. Che siano del tutto normali, o fanno parte di un piano preordinato? Sono una sperimentazione avanzata e su larga scala del progetto ipotizzato, oppure durante lo svolgimento di questo «progetto» qualche cosa è sfuggito al controllo? E se tutto è invece rientra nella normalità, e siamo di fronte soltanto ad una scarognata estate di brutto tempo, quali effetti avranno a lungo termine queste sostanze, irrorate da anni in atmosfera, sulla salute delle persone?