lunedì 20 febbraio 2012

Pranzo in valle


Ricordi di un tempo…
Pranzo in valle

Altro racconto molto eloquente di un tempo sicuramente diverso dall’attuale è quello che ricorda le “trasferte” del bis nonno in valle cervo o Valle di Adorno come veniva definita allora.
Per questioni di lavoro, il mercoledì, Arnido, accompagnato da un amico che possedeva un calesse con cavallo, si avviava di buon mattino verso l’alta valle. Gli scopi erano diversi, consegnare i lavori finiti ai clienti, ottenere eventuali nuovi lavori, registrando le misure caratteristiche. Occorre comprendere che allora non esistevano misure Standard in Taglia, e che ogni vestito era fatto su misura, dal più umile al più costoso. Molto importanti quindi queste giornate fuori sede, che divenivano anche occasione di svago e perché no, di divertimento. Durante l’andata, ci si fermava in uno dei numerosissimi ristoranti/trattoria presenti in valle per prenotare pranzo… per 4 persone, ricordava il nonno con ironia, per poi proseguire le commissioni di lavoro. All’ora di pranzo, normalmente alle 12.30 spaccate, il duo “in missione” si presentava nel locale dove aveva prenotato la mattina e occupava il tavolo preparato per quattro persone, dichiarando che le persone mancanti erano in leggero ritardo. Alla “proposta” dell’oste di attendere, veniva risposto di cominciare a portare il cibo preparato, e si cominciava a mangiare …tutto !
Naturalmente le due persone mancanti non si presentavano perché non erano previste. La loro esistenza virtuale, serviva esclusivamente a far si che l’oste preparasse una “discreta” quantità di vivande …da non doversi alzarsi dal tavolo con fame insomma !!!
Naturalmente, il bis nonno Arnido era piuttosto conosciuto in valle, e gli venivano perdonate queste stranezze. Del resto, anche allora, i buoni clienti avevano sempre ragione.
Pare che fosse molto apprezzata la cucina del buon vecchio ristorante Malpesà dell’omonima frazione.
 

martedì 14 febbraio 2012

Pronto moda

Ricordi di un tempo…
Pronto moda

Altre volte il nonno amava ricordare le sue visite ad Adorno, quando ormai adulto e residente a Torino, trascorreva qualche giorno di villeggiatura presso la residenza di famiglia. La casa che ancora oggi abitiamo ad Andorno, era utilizzata quale abitazione, ma anche come luogo di lavoro per l’attività del bis nonno Arnido, che era un eccellente e famoso sarto dell’epoca. La sua sartoria (ricordata ancora da alcune persone anziane fino a pochi anni or sono) impegnava circa 15 dipendenti, che lavoravano di fino, dal taglio alla confezione finita, per uomo, donna e bambini.


Così quando il nonno Guido giungeva in visita dai genitori, papà Arnido provvedeva ad informarsi - a tranello - sui gusti e le preferenze di colore o fogge, per poi confezionare in tempo per la partenza del figlio, un vestito nuovo, a tempo di record, secondo gli ultimissimi crismi della moda del momento.  Questa “tradizione”, fu onorata anche quando il nonno Guido, presentò alla sua famiglia, la futura moglie (Margherita Balzola) durante una visita di cortesia. La nonna Margherita ricorda perfettamente, che il bis nonno Arnido, con domande semplici si informò di poche cose, disinteressatamente - sembrava solo voler fare conversazione - e che nessuno gli si avvicinò con un “metro” da sarto in mano per rilevare misure e dimensioni, ma due giorni dopo, al momento dei saluti, consegnò nell’imbarazzo generale un tajer impeccabile nella vestibilità, nella stoffa di gran qualità e moda del momento con finiture di pregio !
Nonno Guido raccontava di quantità incredibili di rotoli di stoffa, disposti ovunque in laboratorio e di una stufa a legna accesa estate ed inverno, utilizzata solo per scaldare i ferri da stiro utilizzati per fare le pieghe di imbastitura o stirare i capi finiti. Alcuni di questi ferri, sono ancora oggi utilizzati in famiglia, quali fermaporta oppure come soprammobili.

venerdì 10 febbraio 2012

Aggiungi un posto a tavola

Ricordi di un tempo…
Aggiungi un posto a tavola

Raccontava spesso – mio nonno Guido – che a casa Conterio, era normale apparecchiare tavola per un numero di commensali superiore alla stretta cerchia famigliare. Ogni giorno, per abitudine…
Al tempo, la famiglia Conterio, era composta dal capofamiglia Arnido Conterio, dalla moglie Ludovica (Cantono) e dai figli Angelo, Guido e Emma (vedi fotografia)
Questa “consuetudine” era data dall’estrema ospitalità e disponibilità economica, che veniva elargita in favore di parenti (che potevano capitare in visita) qualche amico o cliente del bis nonno Arnido, oppure ad amici che i figli si portavano a casa per pranzo o cena. Ludovica (la bis nonna) era infatti una cuoca eccezionale. Instancabilmente ai fornelli, offriva le sue prelibatezze, sfornando piatti e pietanze a tempo pieno, 365 giorni all’anno.


Ricordo che la descrizione di ciò, era motivo di orgoglio di nonno Guido, che amava molto raccontare quanto succedeva a casa sua quando era giovinetto.
Famosi i piatti che ricordava con maggio piacere, quali la testina di maiale in Basuà; testina di maiale attentamente disossata , passata in pastella e fritta in olio bollente, cavolfiori in besciamella, cotti in forno. Nel forno del putagè a legna naturalmente. Poi gli agnolotti classici al sugo di arrosto, quelli con il ripieno di cavolo e carne bollita, i tortelli in brodo, l’immancabile sformato di topinambur e il coniglio sivè !

lunedì 6 febbraio 2012

Senz’acqua, …come nel deserto dei tartari !

Senz’acqua, …come nel deserto dei tartari !

Tutti volevano la pioggia, tutti volevano la neve, perché l’inverno serve a questo, …perché altrimenti ci manca l’acqua si usa dire.
Troppa grazia invece, abbiamo avuto la neve, abbondante, il freddo perché è inverno, e ci manca pure l’acqua, perché il Cordar, mica può fare miracoli.
E no poveri piccoli, il Cordar serve a riscuotere le bollette, non ad assicurare un servizio “pubblico”.
Chiamati fin da giovedì ad ogni numero possibile (verde, rosso o mobile) alcuni addetti sono venuti a “guardare” le vasche.



Non c’era bisogno di una squadra del Cordar per guardare le vasche di raccolta dell’acqua, sappiamo farlo anche noi cittadini mortali residenti a Balma, comunque… per chiudere lo sfogo, ad oggi lunedì 6 febbraio (sono passati 4 giorni) l’acqua manca ancora!
Vogliamo svegliarci una volta tanto, oppure dobbiamo cambiare residenza per poter fare una doccia? A proposito qualcuno dei miei assidui lettori su questo Blog, sa cosa occorre fare per richiedere il rimborso al Cordar per tutti i giorni di mancato servizio? Non ho intenzione di farmi prendere in giro come gli anni passati!

Per qualsiasi informazione utile allo scopo, scrivere a : alberto.conterio@hotmail.com

Alberto Conterio - 06.02.2012