venerdì 10 luglio 2009

Oratorio Madonna della Salute

L’edificazione della bella Chiesetta presente nella nostra Frazione, si deve all’iniziativa delle donne residenti presso la nostra Borgata all’inizio del 900.
Queste Signore infatti, molto pie, per recitare il rosario, erano costrette a recarsi presso la Cappelletta che si trova lungo la strada per Frazione Ribella (visibile oggi durante la stagione invernale - per l'assenza delle foglie sugli alberi - anche dall’abitato di Balma) in Comune di San Paolo Cervo a monte delle cave di sienite.
La scomodità di questa situazione, portò un giorno di maggio 1907, ad aguzzare l’ingegno.

Alcune di queste donne (Carmelina Crosa, Olga Guglielminotti Gaiet, Argentina Crosa, Lucinda Delleani, Anna Vella in Crosa e altre i cui nomi ormai non si possono ricordare) notarono infatti che a monte del nostro abitato vi era un’area libera. Chiaramente un’area accidentata e pietrosa, ma, fu accertato che si trattava di proprietà del Comune di Quittengo. Immediatamente si attivarono per ottenere la disponibilità a costruirvi una piccola Chiesetta.

L’Idea piacque anche al Comune, nonostante si affrettasse a precisazione che nessun onere per rendere il terreno “edificabile” fosse a lui addebitato.
L’Opera così, fu iniziata e portata a termine dalla sola popolazione. L’entusiasmo al tempo non mancava, ma gli esigui mezzi a disposizione fecero in modo che la costruzione richiedesse qualche anno per essere completata.

Solo nel 1911, infatti i capi famiglia poterono recarsi dal Vescovo di Biella (Monsignore Andrea Masera) per chiedere l’autorizzazione ad aprire la Chiesetta al culto consacrandone le mura.
Il Vescovo che era molto legato al Santuario di Oropa, non solo concesse quanto richiesto, ma regalò una statua della Madonna Nera di Oropa (conservata e visibile sulla parete destra all’interno della Chiesetta), consigliando di dedicare ad essa la nuova costruzione.
Dato che la nostra Frazione al tempo, era il centro su cui gravitavano diverse cave di Sienite - non solo le già citate in territorio di San Paolo Cervo, ma anche alle spalle dello stesso abitato - tutte le abitazioni erano costantemente esposte al pericolo rappresentato dallo sparo e/o esplosione delle mine, si preferì dedicare l’Oratorio alla Madonna della Salute, affinché proteggesse le persone e le abitazioni dai pericoli citati.

Il campanile venne costruito in seguito, e su di esso venne issata la campana. Questa campana proveniva dall’Oratorio del Padre Eterno di Oretto, e fu acquistata e donata dalla Signora Lucinda Delleani Ved. Beccara quando dopo la morte del marito, si trasferì a Balma.

Ad oggi non abbiamo memoria se, nel tempo, questa campana sia stata sostituita con altra, mentre l’orologio che in un primo tempo era a caricamento manuale, fu successivamente elettrificato. Recentemente poi (nel 2004), grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella ed al contributo dello stesso Comune di Quittento, l’orologio è stato ammodernato. Siamo testimoni infatti della sua perfetta e regolare precisione !
La festa dell’Oratorio che precedentemente si teneva alla prima domenica di maggio, e stata spostata avanti, alla prima domenica di luglio per usufruire “teoricamente” di migliori condizioni climatiche, maggiormente favorevoli cioè ad una più folta partecipazione dei residenti o di chi è rimasto devoto alla Madonna della Salute !



Una curiosità

Questa è la fotografia del Pavimento della Chiesetta, prima che fosse rivestito in pietra (in anni recenti). La data incisa sul nudo cemento, è quella dell'anno di completamento dell'Opera. Oggi non è più visibile. Ringraziamo quindi chi l'ha fotografata ben sapendo che sarebbe diventata (la fotografia) la sola memoria di questo "piccolo" particolare.

Si ringrazia per la composizione di questo testo il Sig. Flavio Bonardi

Festa in Frazione

Domenica 5 luglio 2009 si è svolta la tradizionale festa in Frazione Balma.
La giornata è cominciata con un tempo stupendo. Cielo azzurro e sole caldo con la solita aria fresca di montagna che ci caratterizza per tutto l’anno.
La Santa Messa è officiata da Don Marazzino presso la nostra chiesetta dedicata alla Madonna della Salute.


La predica di Don Marazzino è sconfinata sovente e “simpaticamente” in dialetto piemontese. Ciò non ha impedito di fornirci argomenti sufficienti a farci riflettere sui comportamenti e sulla vita che conduciamo.
A seguire, ricco buffet con aperitivi offerto da Germana e Flavio sul praticello prospiciente la cappella stessa, all’ombra dei pini, definito ironicamente “banco alimentare” dallo stesso Flavio.
Un modo simpatico di ritrovarci almeno una volta l’anno tutti assieme (quasi tutti), residenti, nativi del luogo ma non più residenti ed anche villeggianti affezionati proprietari di seconde case.
Folta la partecipazione. La festa è continuata a pranzo, organizzato quest’anno al santuario di San Giovanni d’Andorno.

Il locale recentemente ristrutturato del ristorante ci ha accolti magnificamente e senza problemi di spazio. Ottimo il menu e la compagnia.
Sono occasioni, in cui è possibile riportare alla mente vecchi ricordi e curiosità.
Personalmente ricordo con grande piacere la prima festa a cui abbiamo partecipato. Era il 2002, fervevano i lavori in casa nostra di ristrutturazione, per poter traslocare una trentina di giorni dopo in Agosto. Coperto di vernice e malvestito, fui quasi fisicamente trascinato dai vicini, che in maggioranza ancora non conoscevo, per poter assaporare con loro un salatino ed un bicchierino di sangria tra mille domande curiose per fare conoscenza. E’ stato un buon “battesimo” davvero, confermato molte volte in questi 7 anni ormai che risediamo, da vicini sempre cortesi e collaborativi.


Due gocce d’acqua dopo pranzo, non ci hanno impedito di prendere il fresco guardando il panorama dal cortile del Santuario mentre i bimbi (numerosi quest’anno) giocavano ed andavano in bicicletta..
La giornata è terminata nel pomeriggio con un ultimo bicchiere di buon vino rosso presso l’abitazione di Flavio.

Grazie a tutti e speriamo d’essere nuovamente presenti il prossimo anno.

giovedì 2 luglio 2009

La foto di famiglia del Nonno

Ricordi di un tempo…
La foto di famiglia del Nonno

Con gli anni che passano, penso sempre più spesso a scrivere le memoria mie personali di un tempo.
Mi affiorano nella testa i racconti del nonno soprattutto, che sono in gran parte legati a questi luoghi, ma anche i ricordi miei di infanzia.
Vedrò cosa riuscirò a scrivere. Per certo sarà un lavoro a puntate, o meglio per argomenti.
L’intenzione è quella di commemorare in primis la mia famiglia, ma soprattutto mio nonno Guido Conterio, che quest’anno, avrebbe potuto compiere 100 anni, se fosse stato maggiormente fortunato !
Desidero quindi poggiare questa “prima pietra” pubblicando una delle fotografie più care proprio al nonno, quella che lo ritraeva assieme alla sua famiglia.
Ritengo che l’anno debba essere il 1916, o giù di lì.

Mio nonno Guido infatti, (il primo dei bambini da sinistra) è nato nel 1909, la sorellina Emma nel 1912, ed il suo fratello maggiore Angelo, detto in seguito “Nino”, era del 1907. Completano questa splendida fotografia d’epoca la mia bis-nonna Ludovica Cantono, ed il mio bis-nonno Arnido Conterio.

Gli abiti sono quelli usuali per i ragazzini dell’epoca appartenenti alle famiglie della piccola borghesia che avevano una certa disponibilità finanziaria.
La piccola Emma ha un magnifico vestitino chiaro in tessuto operato, le calze bianche e le scarpine di vernice nere. I ragazzini, indossano una tunica tipo “militare”, con i bottoni in vista per Angelo, e con i bottoni coperti il “nonno” Guido. Ambedue vestono i pantaloni al ginocchio, le calze lunghe e le scarpe di cuoio alte, legate. A quell’epoca i pantaloni lunghi non erano indossati dai ragazzini se non dopo la maggior età.
Per i genitori, la mamma Ludovica indossa un elegante tailleur dalla curiosa scollatura della giacchina, comunque abbottonata sotto alla gola. Gonna lunga e presumibilmente scarpe con un tacco basso. Papà Arnido invece indossa un abito completo scuro, con gilè o panciotto, camicia e cravatta.
Dal taschino del gilè si vede chiaramente fissata la catenella che tratteneva l’orologio da taschino, …naturalmente un orologio d’oro !
Il bis-nonno Arnido, portava inoltre un ben paio di baffi all’Umberta.

Il fondale “artistico” per la posa, è anch’esso tipico dell’epoca, e ci conferma l’agiatezza della famiglia, che non lesinava il denaro necessario ad una fotografia presso uno studio fotografico per puro diletto. All’epoca non era una cosa così scontata ed usuale.

mercoledì 1 luglio 2009

Polenta Concia (Biellese)

Polenta Concia (Biellese, detta "di Oropa")

Premetto che non sono un cuoco, e nel cucinare me la cavo appena, ma ritengo d’essere una buona forchetta. Del resto nella mia famiglia mangiare è una “religione”, e certe tradizioni è bene che non vengano disattese.
Sono in molti a chiedermi la ricetta della polenta concia, ed ogni volta devo fare mente locale.
Oggi ho deciso di “ufficializzare” la ricetta che ritengo corretta, in modo che possa servire da traccia a quanti non la conoscono o a chiarire quanti hanno dei dubbi.

Occorre convincersi che la polenta concia, non ha una ricetta rigida. E' normale quindi che possa essere preparata in ogni famiglia con piccole varianti. Naturalmente stiamo parlando della Polenta Concia Biellese, cioè del piatto tipico che si può gustare in ogni trattoria o ristorante nei pressi del Santuario di Oropa per intenderci.

Questa specialità, non ha nulla a che fare con la polenta concia valdostana, e con il suo surrogato cucinato anche nel comasco.
E’ un piatto originale ed unico !

Come ho scritto poc’anzi, viene preparato con qualche variante nella quantità e qualità degli ingredienti, tra i quali è indispensabile comunque la toma o tometta delle nostre valli, non troppo stagionata.

Tempo di Preparazione : 30 min.
Tempo di Cottura : 1 ora
Calorie : Elevate (non bisogna soffrire di colesterolo alto !)


Ingredienti per 4 persone

- 350 gr di farina di mais
- 1 litro d'acqua circa
- 200 gr di toma (la toma abbiamo detto non deve essere troppo stagionata e grassa. Ottima quella che presenta una consistenza gommosa senza particolare profumo)
- 100 gr di maccagno (formaggio tipico biellese, non troppo fresco ma neppure troppo stagionato)
- 200 gr di burro fresco
- alcune foglie di salvia
- alcuni chiodi di garofano
- sale (secondo preferenza)
- pepe (secondo preferenza)


Preparazione

Nel paiolo di rame portare a bollore l'acqua con un pugno di
farina che serve a togliere il sapore di "acqua bollita".Quando
l'ebollizione è vivace salare e aggiungere a pioggia la farina
rimestando energicamente con la frusta per evitare che si formino
grumi. Regolare la densità dell’insieme con altra acqua se necessario.
Occorre che la polenta sia inizialmente molto liquida e morbida perché
con la cottura si addenserà un poco.
Cuocere quindi a fuoco moderato per almeno 50 minuti.

Preparare il formaggio tagliato a fettine.

In un pentolino sciogliere e far rosolare lievemente il burro con la salvia ed i chiodi di garofano (che andranno poi eliminati), una grattatina di pepe (secondo i gusti).
Il burro non deve annerire per nessun motivo !

A cottura quasi ultimata aggiungere il formaggio alla polenta,
rimestare perché il tutto si sciolga perfettamente.
Aggiungere per ultimo il burro preparato a parte, e rimestare ancora, ...quindi servire fumante.


Come servire ?

Si serve avendo cura d’aver pre-riscaldato i piatti, con il mestolo, e si gusta con il cucchiaio.
Nel caso sia possibile gustarla potendo utilizzare la forchetta, vuol dire che non è Polenta Concia di Oropa, ed è tutto da rifare !


Consigli aggiuntivi

E’ un piatto che trova tutti concordi nel definirlo SUBLIME al palato.
Anche tra i miei più scettici amici del sud Italia, …riuscito a fargli superare la resistenza al primo assaggio, è sempre stato difficile poi, allontanarli dal paiolo !

E’ una specialità che si gusta preferibilmente durante la stagione fredda, ma soprattutto mai e ripeto mai senza accompagnarla con una buona dose di robusto vino rosso (chiaramente Piemontese).
Ottima la Barbera di stagione lievemente mossa, o un buon Dolcetto fermo di qualche anno secondo preferenza.

Sconsigliati vini più pregiati dato che si tratta di accompagnare un piatto “semplice”.


Mi auguro di ricevere presto i commenti di coloro che hanno provato !