lunedì 3 luglio 2017

Immigrazione e relativismo, portano alla guerra!



Immigrazione e relativismo, portano alla guerra!

Non che fosse necessario, ma gli ultimi attentati di Londra e di Parigi, devono indurci ad una riflessione: la società occidentale è lanciata come un treno a grande velocità contro un muro. L’impatto imminente non sarà lieve e potrebbe stravolgere per sempre le nostre vite e la nostra scala di valori.

Il prolungato momento economico di crisi potrebbe portarci a credere che la priorità oggi l’abbiano altri argomenti, come il lavoro, il sistema di tassazione, la sanità o l’istruzione, ma non è così.
Solo 6 anni fa, quando in Gran Bretagna e prima ancora in Francia ci furono rivolte, roghi e guerriglia urbana da parte delle popolazioni non autoctone residenti in quelle nazioni, alzammo le spalle credendo il pericolo lontano.
L’Italia non presentava ancora quello stato avanzato di degrado. I fatti di Rosarno in Calabria erano stati marginali, ma eravamo ad una svolta senz’altro.


I sociologi hanno continuato ad mentire a noi e a se stessi, facendo tutti i dovuti distinguo tra quanto era successo in Gran Bretagna e Francia e quanto era successo in Italia. A distanza di pochi anni, avendo fatto esperienza, pare ormai evidente anche alla maggioranza degli italiani, il fallimento completo del progetto multi culturale. Rosarno per l’Italia ha rappresentato l’aperitivo…
Già avevamo scritto in passato che non può esistere una società multiculturale in quanto la società che mai dovesse raggiungere questo malaugurato traguardo sarebbe una nuova società edificata sulle ceneri di tutte le altre culture distrutte e sostituite. Ripeto, oggi ne abbiamo conferma.
Se è vero che i fenomeni migratori in passato sono stati inarrestabili e naturali, è altrettanto vero che oggi questi flussi sono in gran parte manovrati, e resi strumento per destabilizzare intere aree geografiche. L’Italia negli ultimi quattro anni è diventata la vittima sacrificale di questa manovra, grazie - nella migliore delle ipotesi - a politici marionetta, oppure colpevoli per qualche danaro, di tradimento verso la Patria.
Recentissimamente da Montecitorio è stato poi lanciato da parte del Partito Democratico, come un anatema, il grido di battaglia “Jus soli subito: una legge di civiltà”, argomentando che per mettere le cose a posto occorre regolamentare questa gente con la cittadinanza italiana permettendo così la corretta integrazione. C’è addirittura chi ha sproloquiato che lo Jus soli ci garantirebbe un futuro esente da attentati, rendendo palese - se non si fosse ancora compreso - che siamo ormai sotto ricatto! 
Ciò ha provocato tutto un fiorire di interventi, trasmissioni e articoli mediatici, che tentano il lavaggio del cervello della buona gente italiana. La stessa Cei, Conferenza Episcopale Italiana è intervenuta, approvando questa follia. Secondo il Presidente, l’Arcivescovo Gualtiero Bassetti, l’integrazione sarà reale solo quando tutti i cittadini godranno degli stessi diritti.
Ma come può esserci integrazione su questa base,  quando per cultura la maggioranza di queste persone giungono in Italia con aspettative e consuetudini palesemente in contrasto con le nostre?
Come vi può essere integrazione e società multiculturale in senso lato, se tra i diversi gruppi etnici, religiosi e culturali hanno aspettative di vita ed obiettivi sociali differenti?
Facciamo un esempio semplice, che non può essere smentito da nessuno: se per noi “occidentali” è chiaro che le donne sono paragonabili in tutto e per tutto agli uomini, e altrettanto vero che per la totale maggioranza delle persone di religione islamica non è così! Provatemi il contrario…
Resta quindi uno sterile esercizio proferire belle parole in merito nascondendo la verità: chi intende la condizione femminile in diverso modo non potrà mai godere degli stessi diritti perché semplicemente non saprà che farsene. Far finta di nulla è criminale, perché espone la nostra società al pericolo di dover riconsiderare quanto avevamo dato per assodato ormai da generazioni, e contemporaneamente usa violenza contro queste persone allontanandoli di fatto dall’integrazione da noi auspichiamo.
Da questo esempio, possiamo comprendere quanta ipocrisia vi sia nel nostro buonismo e nell’ideologia multiculturale.
Provo orrore e tristezza per come la politica italiana ha portato avanti la questione, inoltre sono molto inquieto per l’obiettivo finale che sicuramente viene perseguito. Si diceva che la nostra era una società obsoleta, perché monoculturale, che perpetuava l’idea della civiltà occidentale come superiore, che era patriarcale. Per distruggere tutto ciò negli ultimi vent’anni ci hanno costretti a pensare negativo il nostro passato, a creare e vivere in un ambiente amorfo. L’ideale città postmoderna aperta a tutte le culture. Così, le città maggiormente popolate soprattutto, sono diventate laboratori a cielo aperto, dove ogni cultura avrebbe dovuto crescere nel proprio spazio, per godere dei frutti della cooperazione sociale. Abbiamo creato invece un sistema dove la cultura maggioritaria è stata marginalizzata a favore delle minoranze anche quando in contrasto con le nostre secolari tradizioni. Si pensi al Santo Natale o alla Santa Pasqua, in alcuni casi sostituite o abolite per non offendere gli altri credo religiosi.
In questo modo, quello che il multiculturalismo ha sancito, non è l’integrazione ma la distruzione della cultura pubblica condivisa e il diritto al rispetto, creando un grande vuoto. Il risultato è il relativismo sociale, dove tutti si sentono di rappresentare la verità.

Torniamo quindi all’immigrazione. Si potrebbe arrestare il flusso impiegando la metà dei soldi che oggi buttiamo alle ortiche (sono oltre quattro miliardi di euro) per l’accoglienza stupida e buonista in favore dei bilanci delle Cooperative adibite allo scopo, invece viene lanciato un ultimo e più distruttivo slogan per incrementare ancora le partenze (e gli affari): “cittadinanza per tutti!!!”

Questo crimine prima o poi si rivolterà contro di noi, perché sul lungo periodo diventerà sconveniente anche per coloro che, nonostante tutto, riusciranno ad ottenere l’agognata cittadinanza. Si ritroveranno presto a vivere in un Paese desertificato e senza futuro, come già avviene oggi per i nostri poveri giovani costretti a migrare all’estero.

Aspettiamoci quindi che il livello di insopportazione e di scontri tra le diverse etnie cresca ancora portandoci alla sola opzione che si renderà necessaria: ridurre i diritti e le libertà di tutti facendo violenza, ai “nuovi cittadini”, ma soprattutto alle popolazioni ospitanti, che hanno tutto il diritto di continuare a comportarsi come hanno sempre fatto, secondo le proprie secolari tradizioni, parlando la propria lingua, osservare senza imbarazzo le proprie leggi e religione, seguendo le proprie consuetudini, sicuri nella società che avevano creato e in cui credevano da generazioni. Inutile dire che a quel punto, sarà ciò che non avremmo mai più voluto vedere: la guerra! 
L’attuale decadente classe politica italiana è e sarà sempre più responsabile di questo orrore, e ne risponderà senza dubbio alle future generazioni.

23.06.2017 - Alberto Conterio