Immigrazione e relativismo, portano alla guerra!
Non che fosse necessario, ma gli ultimi attentati di Londra
e di Parigi, devono indurci ad una riflessione: la società occidentale è
lanciata come un treno a grande velocità contro un muro. L’impatto imminente
non sarà lieve e potrebbe stravolgere per sempre le nostre vite e la nostra
scala di valori.
Il prolungato momento economico di crisi potrebbe portarci a
credere che la priorità oggi l’abbiano altri argomenti, come il lavoro, il
sistema di tassazione, la sanità o l’istruzione, ma non è così.
Solo 6 anni fa, quando in Gran Bretagna e prima ancora in
Francia ci furono rivolte, roghi e guerriglia urbana da parte delle popolazioni
non autoctone residenti in quelle nazioni, alzammo le spalle credendo il pericolo
lontano.
L’Italia non presentava ancora quello stato avanzato di
degrado. I fatti di Rosarno in Calabria erano stati marginali, ma eravamo ad
una svolta senz’altro.
I sociologi hanno continuato ad mentire a noi e a se stessi,
facendo tutti i dovuti distinguo tra quanto era successo in Gran Bretagna e
Francia e quanto era successo in Italia. A distanza di pochi anni, avendo fatto
esperienza, pare ormai evidente anche alla maggioranza degli italiani, il
fallimento completo del progetto multi culturale. Rosarno per l’Italia ha
rappresentato l’aperitivo…
Già avevamo scritto in passato che non può esistere una
società multiculturale in quanto la società che mai dovesse raggiungere questo
malaugurato traguardo sarebbe una nuova società edificata sulle ceneri di tutte
le altre culture distrutte e sostituite. Ripeto, oggi ne abbiamo conferma.
Se è vero che i fenomeni migratori in passato sono stati inarrestabili
e naturali, è altrettanto vero che oggi questi flussi sono in gran parte
manovrati, e resi strumento per destabilizzare intere aree geografiche.
L’Italia negli ultimi quattro anni è diventata la vittima sacrificale di questa
manovra, grazie - nella migliore delle ipotesi - a politici marionetta, oppure
colpevoli per qualche danaro, di tradimento verso la Patria.
Recentissimamente da Montecitorio è stato poi lanciato da parte del Partito Democratico, come un
anatema, il grido di battaglia “Jus soli subito: una legge di civiltà”,
argomentando che per mettere le cose a posto occorre regolamentare questa gente
con la cittadinanza italiana permettendo così la corretta integrazione. C’è
addirittura chi ha sproloquiato che lo Jus soli ci garantirebbe un futuro
esente da attentati, rendendo palese - se non si fosse ancora compreso - che
siamo ormai sotto ricatto!
Ciò ha provocato tutto un fiorire di interventi,
trasmissioni e articoli mediatici, che tentano il lavaggio del cervello della
buona gente italiana. La stessa Cei, Conferenza Episcopale Italiana è
intervenuta, approvando questa follia. Secondo il Presidente, l’Arcivescovo
Gualtiero Bassetti, l’integrazione sarà reale solo quando tutti i cittadini godranno
degli stessi diritti.
Ma come può esserci integrazione su questa base, quando per cultura la maggioranza di queste
persone giungono in Italia con aspettative e consuetudini palesemente in
contrasto con le nostre?
Come vi può essere integrazione e società multiculturale in
senso lato, se tra i diversi gruppi etnici, religiosi e culturali hanno
aspettative di vita ed obiettivi sociali differenti?
Facciamo un esempio semplice, che non può essere smentito da
nessuno: se per noi “occidentali” è chiaro che le donne sono paragonabili in
tutto e per tutto agli uomini, e altrettanto vero che per la totale maggioranza
delle persone di religione islamica non è così! Provatemi il contrario…
Resta quindi uno sterile esercizio proferire belle parole in
merito nascondendo la verità: chi intende la condizione femminile in diverso
modo non potrà mai godere degli stessi diritti perché semplicemente non saprà
che farsene. Far finta di nulla è criminale, perché espone la nostra società al
pericolo di dover riconsiderare quanto avevamo dato per assodato ormai da
generazioni, e contemporaneamente usa violenza contro queste persone
allontanandoli di fatto dall’integrazione da noi auspichiamo.
Da questo esempio, possiamo comprendere quanta ipocrisia vi
sia nel nostro buonismo e nell’ideologia multiculturale.
Provo orrore e tristezza per come la politica italiana ha portato
avanti la questione, inoltre sono molto inquieto per l’obiettivo finale che sicuramente
viene perseguito. Si diceva che la nostra era una società obsoleta, perché monoculturale,
che perpetuava l’idea della civiltà occidentale come superiore, che era
patriarcale. Per distruggere tutto ciò negli ultimi vent’anni ci hanno
costretti a pensare negativo il nostro passato, a creare e vivere in un
ambiente amorfo. L’ideale città postmoderna aperta a tutte le culture. Così, le
città maggiormente popolate soprattutto, sono diventate laboratori a cielo
aperto, dove ogni cultura avrebbe dovuto crescere nel proprio spazio, per
godere dei frutti della cooperazione sociale. Abbiamo creato invece un sistema dove
la cultura maggioritaria è stata marginalizzata a favore delle minoranze anche
quando in contrasto con le nostre secolari tradizioni. Si pensi al Santo Natale
o alla Santa Pasqua, in alcuni casi sostituite o abolite per non offendere gli
altri credo religiosi.
In questo modo, quello che il multiculturalismo ha sancito,
non è l’integrazione ma la distruzione della cultura pubblica condivisa e il
diritto al rispetto, creando un grande vuoto. Il risultato è il relativismo
sociale, dove tutti si sentono di rappresentare la verità.
Torniamo quindi all’immigrazione. Si potrebbe arrestare il
flusso impiegando la metà dei soldi che oggi buttiamo alle ortiche (sono oltre
quattro miliardi di euro) per l’accoglienza stupida e buonista in favore dei
bilanci delle Cooperative adibite allo scopo, invece viene lanciato un ultimo e
più distruttivo slogan per incrementare ancora le partenze (e gli affari):
“cittadinanza per tutti!!!”
Questo crimine prima o poi si rivolterà contro di noi,
perché sul lungo periodo diventerà sconveniente anche per coloro che,
nonostante tutto, riusciranno ad ottenere l’agognata cittadinanza. Si ritroveranno
presto a vivere in un Paese desertificato e senza futuro, come già avviene oggi
per i nostri poveri giovani costretti a migrare all’estero.
Aspettiamoci quindi che il livello di insopportazione e di
scontri tra le diverse etnie cresca ancora portandoci alla sola opzione che si
renderà necessaria: ridurre i diritti e le libertà di tutti facendo violenza, ai
“nuovi cittadini”, ma soprattutto alle popolazioni ospitanti, che hanno tutto
il diritto di continuare a comportarsi come hanno sempre fatto, secondo le
proprie secolari tradizioni, parlando la propria lingua, osservare senza
imbarazzo le proprie leggi e religione, seguendo le proprie consuetudini,
sicuri nella società che avevano creato e in cui credevano da generazioni. Inutile
dire che a quel punto, sarà ciò che non avremmo mai più voluto vedere: la
guerra!
L’attuale decadente classe politica italiana è e sarà sempre
più responsabile di questo orrore, e ne risponderà senza dubbio alle future
generazioni.
23.06.2017 - Alberto Conterio
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