venerdì 26 novembre 2010

Regina Elena, una donna da ricordare

E' mia intenzione oggi ricordare la Regina Elena.
Domenica 28 novembre, infatti ricorre l'anniversario della sua morte. Donna tenace, caritatevole e sempre al servizio del suo popolo, è stata onorata di uno splendido monumento nel 1960 (in piena repubblica quindi) a Messina, città devastata dal terremoto del 1908.


La lapide commemorativa


Il monumento (con l'amico Carmine Passalacqua in visita)

Il mio augurio, è che anche in Piemonte, magari nella nostra piccola provincia, si riesca un giorno a dedicare una piazza, una via o un viale a questa straordinaria Sovrana, ricordata da tutti...
Siamo sempre a caccia di un esempio valido, e quando l'abbiamo sotto mano lo ignoriamo !


La figura di Elena è così grande, che colpì anche l'immaginario di molti scrittori, come Antonio Fogazzaro, Luigi Capuana e Bersezio.
Ada Negri l’ha ricordata ne “L'anello d'acciaio”, mentre il musicista Giacomo Puccini dedicò alla Regina Elena "Madama Butterfly".
Poeti come Giovanni Pascoli, Gabriele d’Annunzio e Diego Calcagno hanno cantato le sue Lodi.

Con alcuni versi di quest’ultimo, la vogliamo ricordare oggi con rispetto e gratitudine :

“ (…)Tutto è finito.
Come nella vita fosti discreta, silenziosa e assorta
così, Regina mia, Tu sei partita e così, nell'esilio, Tu sei morta.
Il passato che odora di cedrina oramai vibra dell'amor per Te...
Ma se si vive male senza il Re, come si vive senza la Regina? ".

Alberto Conterio - 26.11.2010

martedì 9 novembre 2010

Strano traffico sulla provinciale...

Strano traffico sulla provinciale…

Una delle sere passate, portando al punto di raccolta, il sacchetto quotidiano dell’immondizia, mi sono imbattuto in una grossa volpe. Guardando verso i monti per attraversare la strada, ho visto nell’oscurità, appena diradata dalle scarse luci pubbliche presenti, ciò che a prima occhiata ho giudicato un cane di media taglia. È bastato poco però per rendermi conto, che l’animale fermo furtivamente in mezzo alla strada all’altezza della nostra fontana, al centro dell’abitato, non era un cane, ma una grossa volpe. La sua grossa coda infatti non poteva lasciare dubbi in merito.


Una mezza voce per attirare la sua attenzione è bastata per farla scomparire in fretta, inghiottita dalla vegetazione.
Non era certo la prima volta che nei paraggi abbiamo potuto vedere una volpe, ma di solito questi avvistamenti si intensificano sul finire dell’inverno, quando la fame costringe le volpi ad essere meno prudenti e ad avvicinarsi agli abitati per trovare qualche cosa da mettere sotto ai denti.
La poca popolazione residente ed il traffico scarsissimo sulla provinciale evidentemente portano questi animali a occupare porzioni di territorio sempre più estesi, sovrapponendosi ormai quotidianamente sugli spazi controllati dall’uomo.
Sono esperienze che a Torino non ho mai potuto fare quando ero piccino, e che sono contento di poter offrire ai miei figli.

La volpe rossa comune

La volpe

La volpe rossa comune (Vulpes vulpes) è diffusa in tutto l'emisfero nord del pianeta ad eccezione delle zone desertiche degli Stati Uniti e del Messico e nel Sahara. In Italia è presente in tutte le regioni anche se è poco comune nella pianura padana a causa dell'antropizzazione del territorio. Nella maggior parte delle zone rappresenta l'unico mammifero carnivoro di medie dimensioni ancora presente allo stato selvaggio. Spesso è presente anche nelle periferie delle grosse città, soprattutto se sono presenti delle grosse aree verdi o parchi pubblici di grandi dimensioni.


Canide di medie dimensioni (misura in lunghezza da 65 a75 cm). Ha il muso lungo e affusolato, le orecchie dritte, appuntite e nere nella parte posteriore e le zampe corte. La coda è lunga (da 35 a 45 cm) e molto folta solitamente con la punta bianca. Presenta una grande variabilità sia individuale sia geografica. Il manto, per esempio, è generalmente di un ricco rosso scuro anche se varia da un individuo all'altro, sia da una zona all'altra. Generalmente il dorso va dal bruno rossiccio al grigio con i fianchi più chiari. La regione ventrale è bianco-grigia. Di norma in inverno è di colore più scuro che in estate. Il mantello è formato da peli lunghi, come ad esempio quelli della coda che arrivano a 87 mm.

E' il carnivoro selvatico più diffuso e con più vasta zona di distribuzione. Può prosperare negli habitat più svariati (dal livello del mare fino a 3200 m): vive principalmente nei boschi, ma si può rinvenire anche in brughiere aperte, in montagna e nelle campagne coltivate. La volpe è un animale notturno, ma dove vive indisturbata è attiva anche con la luce del sole. Durante il giorno si ripara sotto i cespugli, in piccoli fossi, nelle tane scavate da lei stessa o in tane di tasso e di istrice abbandonate, in città può nascondersi nei giardini o tra il materiale di scarto.

Si nutre di lepri, conigli, roditori, ricci, mentre tende ad escludere i toporagni e  le talpe. Mangia insetti, uccelli, uova, lombrichi, carogne e rifiuti. In estate e in autunno integra la sua dieta con frutta e bacche. Le sue esigenze alimentari sono di circa 500 gr. di cibo al giorno.

Normalmente forma gruppi familiari composti da un maschio e varie femmine (fino a 6) con i loro piccoli. Tra le femmine esiste un sistema gerarchico che limita la capacità riproduttiva a quelle più potenti nella scala gerarchica. Quando in un gruppo partorisce più di una femmina l'allattamento avviene in forma comunitaria. I giovani di solito 4 o 5, nascono nella tarda primavera. Sono attivi e svezzati dopo circa sei settimane, ma stanno con la madre sino all'autunno.


Il principale nemico della volpe è stato e resta tutt’ora l'uomo, che la perseguita fin dalla più remota antichità. La caccia alla volpe ancora praticata in Gran Bretagna ad esempio, lo era anche in Italia perché questo animale era considerato dannoso per l'economia prettamente rurale del tempo.
La Volpe infatti è particolarmente abile a penetrare nei pollai. Per questa sua dote, viene considerata fin dai tempi più antichi l'incarnazione della furbizia.
Oggi comunque l’uomo rappresenta un pericolo per la volpe in funzione dell'antropizzazione causata al territorio che la ospita.