Modificazione controllata del clima
Confesso di non credere all’ambientalismo e soprattutto agli
ambientalisti, che sospetto essere tutti orfani del comunismo e abili
trasformisti che, sotto mentite spoglie continuano a proporre la trasformazione
della società secondo l’utopia socialista. Non ci ho creduto mai, e pertanto il
cambiamento climatico dovuto a cause antropiche (cioè dovuto all’azione del
progresso umano) così come viene divulgato da questi imbonitori, resta per me
una colossale bufala.
Detto questo però, desidero parlare delle possibili
modificazioni artificiali del clima; cioè del controllo climatico indotto da
possibili usi militari della moderna scienza oggi disponibile.
Argomento questo, di cui si parla sempre più spesso, ma che
al pari dell’ufologia, viene ancora considerato dalla maggioranza della gente
con sufficienza, ma che attira da qualche tempo la mia attenzione, suffragato
da osservazioni e riflessioni, di cui non ho mai scritto prima. I fatti e le
prove analizzate nel loro insieme, evidenziano un «disegno» così smisurato da
far archiviare in prima battuta, tutta la faccenda per impossibile,
assolutamente incredibile, ma tant’è.
Proverò quindi a rendervi partecipi delle mie preoccupazioni
e paure, e per farlo dovrò fare delle premesse.
La prima, è che da ragazzo, a soli 16 anni, ottenni il
brevetto di pilota d’aliante. L’aliante, essendo un aeromobile senza motore, si
sostiene in volo fruttando le correnti ascensionali presenti in cielo.
Questo fatto, implica che il pilota deve avere non solo
capacità e sensibilità di pilotaggio, ma anche una discreta capacità di
osservare il cielo stesso per studiare ed individuare il momento più opportuno
per andare in volo! Ciò vuol dire che l’abitudine ad osservare il cielo,
(nonostante non voli più da anni per ragioni economiche) mi è rimasta ben
radicata. A questa «abitudine», sommo anche le diverse conoscenze in campo
aeronautico, materia che fin da piccino è stata la mia passione, e ragione
d’essere del mio titolo di maturità come Perito capotecnico in costruzioni
aeronautiche.
In riferimento all’argomento, queste due mie reminescenze
giovanili, di meteorologia e tecnica aeronautica mi permettono di guadare con
una certa confidenza ad alcuni fenomeni che possono verificarsi in cielo. Mi riferisco
ad esempio alle scie di condensazione, che si lasciano alle loro spalle alcuni
aeroplani, ma non sempre!
Altra considerazione che ha fatto scattare in me la «molla»
dell’ansia, sono le particolarissime condizioni meteo di questa estate, e
l’alto numero di locali disastri a seguito di improvvisi acquazzoni, ormai
definiti mediaticamente «bombe d’acqua».
Fatte queste premesse, desidero infine far presente che
l’interesse denunciato per questo argomento. mi porta da tempo a ricerche in
rete su diversi siti e blog, per seguire lo sviluppo di denuncie, ricerche e
analisi, portate avanti da privati cittadini sulle così dette «scie chimiche»
che, sempre più spesso sono visibili nei nostri cieli.
Ebbene, da queste fonti, si apprende che, gran parte delle analisi
chimiche, hanno più e più volte portato agli stessi inquietanti risultati: i
residui d’acqua presenti al suolo in concomitanza di vistose anomalie e/o
spiegamenti di scie in cielo, attestano che, nella quasi assoluta maggioranza
dei casi, i nostri cieli sono irrorati con sali di Bario, solfato di Alluminio,
e nano fibre di composizione ancora sconosciuta!
A cosa serva, irrorare il cielo con queste sostanze non ci è
dato di saperlo in modo ufficiale, ma…
Per avere un’idea, occorre fare un poco di storia: pare che,
questa pratica «clandestina» sia nata alla metà degli anni ‘90 del secolo
passato, in Nord America. Scrivo «clandestina» perché a qualsiasi richiesta di
spiegazione, le autorità competenti hanno sempre negano l’evidenza di questi
fatti o riconducono questi avvistamenti a fenomeni naturali. Dall’america, il
fenomeno ha cominciato ad essere evidente anche in Europa a partire dal 2000
circa, Italia compresa. Torno a chiedermi: a cosa serva tutto ciò?
I fatti in apparenza più complessi hanno spesso le
spiegazioni più elementari, e così il fenomeno sarebbe riconducibile appunto ad
un sistema di controllo del clima a fine militare.
Due sono le ipotesi più plausibili: la prima ha scopo
offensivo, e si tratta di poter controllare il clima a livello locale, per
scatenare fortissime piogge o uragani che danneggino ad esempio l’economia di
un Paese che non vuole venire a miti consigli con la superpotenza americana,
causando inondazioni o alluvioni o che semplicemente rovinino i raccolti
agricoli ecc. ecc.
La seconda ipotesi invece, di tipo difensivo, serve a
liberare il cielo dalle nuvole basse, dette Cumuli o Cumulinembi. Notoriamente
nuvole cariche di umidità in procinto di scaricare delle normali piogge.
Perché? Perché queste nuvole molto dense, hanno la particolarità di confondere
i radar di sorveglianza di ultimissima generazione addetti al controllo
militare dello spazio aereo. Che sia vero la prima ipotesi oppure la seconda,
resta il fatto che le diverse autorità interrogate sull’argomento, hanno tutte
negato l’esistenza del fenomeno, arrivando a formulare risposte tanto assurde
quanto facilmente smentibili.
Attingendo dalla mia memoria quindi, quando volavo con il
mio aliante nella zona compresa tra Torino (zona C.so Marche) e il monte Musinè
all’ingresso della valle di Susa, all’inizio degli anni ’80, erano rarissime le
volte che, guardando in cielo si vedevano aeroplani che si lasciavano alle
spalle delle scie di condensazione. È bene sapere che, perché ciò avvenga, è
necessario che un aereo voli ad oltre 8000 metri di quota per avere intorno a
se, una temperatura di circa -40°C, e che l’umidità relativa dell’aria sia
contemporaneamente pari o maggiore del 65%. Sono condizioni che raramente si
verificano, perché a quella temperatura, l’aria è normalmente molto più secca.
Quando il caso mette assieme le variabili necessarie, la scia di condensazione
che eventualmente si forma, svanisce senza lasciare traccia in una decina di
secondi. Massimo un minuto!
Cosa intendo dire con ciò? Intendo dire che oggi, quando
guadiamo il cielo a qualsiasi ora del giorno, e vediamo delle scie di
condensazione, …alle volte sono visibili tre, quattro o più scie
contemporaneamente. Vuol dire che non stiamo assistendo ad un fatto naturale! È
assolutamente improbabile che sia un fatto naturale anche perché queste scie,
invece di dissolversi come abbiamo scritto sopra, restano sospese in cielo per
ore, dilatandosi in velature via via sempre più rade e aperte. Fateci caso!
Tornando alla composizione di queste scie, pare che l’utilità
delle nano fibre stia proprio nell’offrire ai sali di Bario e al solfato di
Alluminio un «sostegno» per riuscire a «galleggiare» ore in cielo prima di
ricadere al suolo.
Siccome questo «fenomeno» innaturale è ormai da tempo sotto
indagine, verifiche e osservazioni di ogni genere, negli ultimi cinque o sei
anni, è iniziata una contro-campagna di dissimulazione della verità fatta di
nuovi stereotipi e di disinformazione.
Tanto per cominciare, le varie trasmissioni di previsioni
del tempo, hanno sostituito le classiche
immagini satellitari dei fronti nuvolosi con simulazioni computerizzate,
che evitare al pubblico la vista di immagini inspiegabili. Poi in diverse
fotogrammi pubblicitari, in alcuni film e trasmissioni di genere naturalistico
ambientale, vengono presentate immagini o scene in cui il cielo è solcato da
una o più di queste scie. Lo scopo è fare in modo che questo tipo di anomalia
artificiale, sia metabolizzata dalla gente comune come «naturale». In diverse
occasioni poi, luminari della scienza e della meteorologia si sono spesi in
spiegazioni assurde per avvalorare la tesi delle scie di condensazione che si
propagano dagli aeromobili.
Sempre più spesso inoltre, in convegni scientifici o in
trasmissioni in cui si parla di geoingegneria applicata o di nuove tecnologie,
si fanno via via accenni sempre più precisi circa la futura possibilità di
riuscire a limitare l’aumento delle temperature medie del pianeta (dovute al
riscaldamento globale bla bla bla ecc. ecc.) per mezzo di schermature poste in
atmosfera!
Apriamo gli occhi e la mente: di fronte alla necessità di
dover, prima o poi confermare l’esistenza di un piano di irrorazione dei cieli
sopra alle nostre teste, le autorità di tutti i Paesi che hanno una
responsabilità, stanno cercando di creare una situazione di acquisita
«normalità», oppure, stanno creando una futura plausibile «necessità» alla
quale si potrà rispondere soltanto irrorando i cieli con queste sostanze per il
bene nostro e del pianeta!
Desidero concludere questa esposizione con alcune
informazioni di carattere pratico: i sali di Bario sono altamente igroscopici e
nocivi, mentre il solfato di Alluminio è un potente catalizzatore, irritante
per la pelle e le mucose, e può provocare lesioni agli occhi. Disperi in
atmosfera nelle vicinanze di nuvole cariche di vapore acqueo, hanno il potere
di dissolverle abbiamo detto. Ma l’acqua come ogni altra sostanza o materiale
non può essere distrutta o eliminata. La «situazione» che si pone quindi è la
seguente: al posto di un normale ed ampio fronte piovoso generalizzato, avremmo
violente precipitazioni incontrollate locali, limitrofe a quella di
irrorazione. E da questa conclusione, torniamo alle avverse e perduranti
condizioni atmosferiche di questa estate. Che siano del tutto normali, o fanno
parte di un piano preordinato? Sono una sperimentazione avanzata e su larga
scala del progetto ipotizzato, oppure durante lo svolgimento di questo
«progetto» qualche cosa è sfuggito al controllo? E se tutto è invece rientra
nella normalità, e siamo di fronte soltanto ad una scarognata estate di brutto
tempo, quali effetti avranno a lungo termine queste sostanze, irrorate da anni
in atmosfera, sulla salute delle persone?
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