venerdì 12 marzo 2010

Ancora sulla nostra povera Valle

Leggo con piacere, ma anche con rabbia su “Il Biellese” di martedì 9 marzo 2010, l’articoletto del Sig. Andra Pavan sulla Valle Cervo.

Con piacere, perché esso è chiaramente la conferma che non sono un visionario..

Splendida la definizione di “anarco-immobilismo”, quando l’autore si riferisce alle amministrazioni presenti sul territorio, non avrei saputo coniare un termine tanto azzeccato.

Ottima anche la proposta di sfruttamento del territorio ad uso e consumo in primis del territorio e della popolazione realmente residente. Una proposta logica, peraltro già avanzata da me in articoli passati, in proposte verbali a persone facenti parte delle Amministrazioni su dette ecc. ecc.

Il problema sta proprio nell’immobilismo. Per fare però, occorre darsi da fare, e magari farsi anche qualche nemico, …ma è una legge della natura, che un Amministratore eletto, ha il DOVERE di sfidare.

Con rabbia poi, perché si assiste impotenti ad un curioso fenomeno popolare di autocastrazione, …perdonatemi il termine.

Assistiamo cioè ad una sorta di ribellione interiore, che non ha riscontro poi nei fatti esteriori.

Voglio essere chiaro, …nel 2009, abbiamo avuto la possibilità di cambiare musica in tre comuni della valle su cinque, ma il grosso dei votanti, pur scontento su quasi tutto, ha continuato a dar forza al gruppo amministrativo anarco-immobilista già presente. In un caso poi, (vedasi il Comune di Piedicavallo) abbiamo addirittura avuto un caso di involuzione. Mi chiedo, se valga la pena impegnare del tempo libero per tentare di dare un futuro a questa Valle, quando è la Valle stessa che si rifiuta d’essere aiutata. Dicono però, sia amore del giusto…

Il nostro è un territorio sano, con delle discrete possibilità di sviluppo a breve e lungo periodo, solo se cominciamo da oggi un lavoro serio nel suo rilancio. Attendere potrebbe essere fatale, perché le condizioni generali della società biellese (della Provincia) variano continuamente, e perché potrebbe subentrare un fattore esterno alla stessa Provincia di Biella, che in futuro potrebbe orientare la globalità delle risorse altrove, ed in modo definitivo.

Noi abbiamo già perso l’occasione di diventare una vera zona residenziale a ridosso del centro cittadino di Biella, durante gli anni ‘90 - 2000. Anni ancora “grassi” economicamente. L’immobilismo di cui sono assolutamente responsabili gli stessi nomi oggi in carica in tutti i comuni della Valle infatti, si sono fatti scappare questa occasione in favore di zone, magari più panoramiche, ma sicuramente più scomode e lontane… parliamo della collina di Valdengo e Cossato, o della zona di Mongrando e Pollone. Queste sono occasioni perse che non torneranno, ma del resto, ci eravamo già fatti scappare l’occasione di diventare negli anni ’70 un polo attrattivo per le “seconde case”, delle zone industriali limitrofe (vedasi le Province di Novara e Varese), perché siamo amministrati da persone che pur onestissime, non hanno mai messo il naso fuori Valle, e che in Valle hanno una molteplicità di piccoli interessi che intendono continuare a curare per puro prestigio personale.

Siamo comunque alla resa dei conti finale, perché gli sprechi ed i disservizi locali, tollerati centralmente a Roma grazie alla politica dell’opportunismo che risiede negli interessi particolaristici della Lega Nord, validi a mantenere questo stato di cose (autonomie locali, enti e para enti indipendenti ecc. ecc.) per accrescere virtualmente la sua forza in seno al Parlamento nazionale, così com’era anni fa, quando ad imperare erano le giunte, micro giunte, consigli di quartiere e di giardini zoologici comunali di Sinistra, non potranno più essere tollerati per questioni di bilancio. Alle prossime elezioni infatti, vi sarà l’ennesimo e dovuto cambio di direzione, dopo il ventennio berlusconiano.

Allora chi prenderà in mano le redini del sistema, sia esso di destra o di sinistra, non potrà più rimandare la decisione, e cadranno le teste di molti Enti.

Faccio una previsione : le prime a cadere saranno le Province. Pur commettendo un errore infatti, le Province verranno abbattute in favore delle Regioni, perché sono l’ultimo lontano ricordo dell’amministrazione corretta del territorio lasciataci in eredità dall’Italia Monarchica e Sabauda. Altra testa già nel cesto, si individua dei Comuni inutili e microscopici come quelli della nostra Valle (guarda caso). Eliminati questi, non servono più neppure i Consorzi dei comuni, adibiti per dare una seggiola pagata ai “non eletti”, e non serviranno più le Comunità Montane, che servono ad assicurare una legislatura di “purgatorio rigenerativo” a tutti quei Sindaci, che contro la loro volontà, ogni due mandati, devono loro malgrado mollare la presa per legge !

In questo contesto, la nostra Valle uscirà con le ossa rotte, come passata nel tritacarne siamone certi e consapevoli. Allora sarà, non solo inutile urlare allo scandalo, ma ipocrita, perché lo scandalo lo viviamo nel silenzio assenso proprio oggi.

Grazie ancora al Sig. Pavan per avercelo ricordato.


12.03.2010 - Alberto Conterio

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