lunedì 23 novembre 2009

Generalità sull'argomento

Lo Sciopero degli scalpellini del 1912-13
Generalità sull’argomento

Dispiace constatare purtroppo che, coloro che oggi si definiscono “storici” non siano stati in grado di fornirci una cronaca del tempo, esente da opinioni di parte.
Lo storico infatti dovrebbe occuparsi di studiare i documenti riportando ai lettori una cronaca obiettiva dei fatti - storici appunto - così come sono avvenuti nel loro contesto storico temporale, e non un racconto romanzato o soggettivo di una porzione di essi, che risenta delle nostre attuali e personali passioni.
Sede sindacale ubicata nell'attuale Abitazione del Sig. Sergio Giroli,
a centro Frazione

Non avendo noi quindi, l’ambizione di definirsi “storici”, proporremmo ai nostri lettori alcune personalissime riflessioni ed opinioni su questa pagina di “storia” locale, per quello che abbiamo potuto apprendere dalle diverse fonti (poche e frammentarie) inquadrandole però, nel contesto storico e politico nazionale del tempo, che abbiamo avuto l’accortezza di approfondire meglio e che riteniamo conoscere sufficientemente.
Quanto riporterò quindi, non vuole essere revisionismo del fatto storico in se, ma solo e semplicemente la rivisitazione delle “pagine” conosciute, leggendole con una diversa sensibilità sociale rispetto quanto fatto dal suo autore, calate nel un contesto generale dell’epoca.
Mi riferisco chiaramente al testo del Doc.Bi. scritto dal Sig. Gianni Valz Blin sull’argomento. Egli, persona indubbiamente di cultura - che stimo anche - per le sue diverse opere ed iniziative locali, fornisce a nostro parere, una visione fortemente faziosa e passionale.

Fin dalle prime righe di questo testo, si ha l’impressione di sfogliare le pagine de “L’Unità” dei primi anni ’50, dove a cominciare dai vocaboli utilizzati, il lettore era guidato più che alla conoscenza dei fatti, verso lo scontro di classe necessario all’esistenza stessa del Partito che la testata rappresentava.

Leggiamo infatti : “All’inizio del Novecento, anche nell’Alta Valle d’Andorno, retta da amministrazioni comunali guidate o condizionate da ricchi borghesi con interessi di classe sovente estranei al proletariato, sorsero e si svilupparono (…) le prime organizzazioni del Partito socialista, alcune leghe di mestiere e le mutue cooperative di consumo. I sentimenti democratici e le maturità politica acquisita soprattutto nell’emigrazione, nella conoscenza e nello studio delle nuove dottrine solidaristiche condussero alcuni capaci e onesti operai, dotati di esperienza, autorevolezza e di grande rigore ideologico , a promuovere azioni di sensibilizzazione e di proselitismo nei confronti dei conterranei e a gettare le basi per la crescita diffusa di una società più evoluta; l’inevitabile antagonismo che si sarebbe creato con il sistema dominante, sostenuto dall’egoismo e dalla difesa di privilegi consolidati, avrebbero prodotto lacerazioni, ma anche fatto crescere all’interno della comunità nuovi valori e forti speranze”

Sono poche righe davvero, ma inquadrano bene …oltre al fatto in se, soprattutto le passioni politiche personali dell’autore.

Vorremmo a tal proposito evidenziare per un successivo commento alcuni punti :

- amministrazioni comunali guidate o condizionate da ricchi borghesi estranei al proletariato
- sviluppo in valle di organizzazioni socialiste autonome ed originali
- i sentimenti democratici e la maturità politica dei rappresentati locali socialisti
- il grande rigore ideologico di costoro
- le azioni di sensibilizzazione e proselitismo nei confronti dei residenti
- l’intransigenza e l’egoismo patronale alla difesa dei loro privilegi consolidati

Prima di addentrarci in una doverosa premessa, necessaria ad inquadrare il fatto e il luogo nel contesto degli avvenimenti nazionali, vediamo di chiarire all’ignaro lettore, che la Valle d’Andorno all’inizio del ‘900, non era una lontana colonia Belga, dove le persone di colore autoctone, venivano usate o svendute a piacimento dai bianchi. Allora infatti, in tutta Italia, era presente una società basata su principi democratici collaudati da tempo, e che proprio nel periodo 1912-13 passò al suffragio universale (maschile). Il sistema Democratico di elezione delle Amministrazioni comunali e politico quindi, non era tanto peggio di quello odierno come l’autore vuol farci intendere.Detto quanto sopra, evidenziamo che la Valle d’Andorno, oggi detta Valle Cervo, non era all’epoca neppure un’entità mitica al di sopra degli eventi nazionali, ma semplicemente una piccola porzione nella complessità degli stessi eventi generali che si svolgevano su tutto il territorio nazionale.

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