lunedì 23 novembre 2009

La vicenda locale nella Valle d'Andorno

Lo Sciopero degli scalpellini del 1912-13
La vicenda locale nella Valle d’Andorno

La vicenda locale può essere a questo punto riassunta intorno all’apparente banalità, del rinnovo di un contratto di lavoro, precedentemente concordato, tra la rappresentanza operaia degli scalpellini di Balma e le principali ditte del luogo.
Questo contratto, firmato del luglio del 1908, e perfezionato ancora in alcuni suoi punti nel maggio 1909, fu sostanzialmente rispettato ed onorato da entrambe le parti (lavoratori e datori di lavoro) fino al suo rinnovo sulla base riteniamo, non del reciproco rispetto, ma sospettiamo, sulla base di un rapporto di forza palesemente favorevole ai primi, e sfavorevole ai secondi.
Come abbiamo appreso al riguardo della situazione generale italiana di quel periodo, il contratto in oggetto risulta perfettamente integrato in questo contesto di forze contrapposte, dove un Governo molle, lasciava fare per quieto vivere, costringendo in sostanza i datori di lavoro a sottostare alle imposizioni di una minoranza chiassosa e rissosa.
Fu così, che il 17 luglio 1908, le ditte “Giuseppe Mattassoglio e figli”, “Giovanni Battista Guglielminotti Bianco”, “Mattassoglio Vella Crosa” e “Maggiorino Ghiglia” firmarono un capestro, non un contratto !
Questi infatti, oltre ai dovuti aumenti salariali (del 7 % medi), necessari e auspicabili come ad ogni rinnovo di contratto, concedeva spazio ad un vero “cavallo di Troia”.
Il famigerato articolo 2 !
L’abominio di questo articolo, legalizzato nella paura di ripercussioni ancora più gravi e di violenze divenute ormai normali come abbiamo scritto, sanciva l’obbligatorietà di assunzione del solo personale associato alla Lega degli scalpellini di Balma. In un colpo solo insomma, il sindacato, vero braccio armato del Partito Socialista, passava all’incasso di due importanti crediti :

- costringere i datori di lavoro verso maestranze gestite dal Sindacato
- costringere all’iscrizione i liberi lavoratori per poter mangiare

Solo alcuni anni più tardi, è bene ricordarlo ai nostri lettori, un simile malato “ragionamento”, sarebbe stato giustamente condannato, proprio da questi stessi bardi della Democrazia e della Libertà, come una scandalosa ed inaudita imposizione del regime totalitario fascista !

Ma veniamo ai fatti. Non vi era ragione alcuna che il Contratto, trovando naturale scadenza, nel luglio 1912, che non potesse essere velocemente rinnovato. Non potevano esserci dubbi. I lavoratori “in sella” dell’articolo 2 godevano di un privilegio, mentre i lavoratori non associati e i datori di lavoro vivevano in assenza di Stato e di ordine pubblico.
La Confederazione Generale dell’Industria di Torino però, costituitasi nel maggio del 1910, con uno scatto d’orgoglio e nel tentativo di ridare una dignità a quanti tra i loro associati si erano dovuti piegare all’imposizione dell’articolo 2, pose sul tavolo delle trattative, la questione di abrogarlo.


Stazione Ferroviaria di Balma - Addetti al carico del blocchi di sienite

Fu la guerra. Da Balma a Rosazza, con l’appoggio dei lavoratori di Biella, delle cave di Prolungo, Favaro ed Oropa, tutto si bloccò. Trecento lavoratori in sciopero.Dibattiti, assemblee operaie, servizi giornalistici locali e nazionali. Tutto lo scibile insomma di uno scontro di classe o di una battaglia sociale, più che sindacale, perché già dopo le prime settimane di lotta, furono molti i lavoratori a dover abbandonare le proprie case, per recarsi a lavorare altrove per “sbarcare il lunario” per se e per la propria famiglia.

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